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Immagine del redattoreAlberto Langione

Movember - Il Paradosso Maschile


Ogni 40 secondi, una persona nel mondo si toglie la vita. Dietro questi numeri agghiaccianti si cela un dramma invisibile: il suicidio maschile. Gli uomini rappresentano oltre il 70% delle vittime globali, un fenomeno che trascende confini geografici, culturali e sociali.

Perché gli uomini, apparentemente meno propensi a esprimere fragilità, arrivano a gesti così estremi? Quali sono le dinamiche psicologiche, economiche e culturali che li spingono verso questa decisione irreversibile? Raccontare di salute a volte ci porta a confrontarci con argomenti difficili da affrontare, ma che è nostro dovere, come professionisti della salute, farlo.

Comprendere e affrontare questo problema è un imperativo umano e sociale.

I Numeri del Suicidio Maschile

L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che ogni anno si suicidino 700.000 persone, con la fascia di età 45-60 anni particolarmente colpita. In Italia, il tasso è 5,7/100.000 abitanti, con l’80% delle vittime maschi.

Le regioni del Nord-Est, caratterizzate da un maggiore sviluppo economico ma anche da più pressioni lavorative e sociali, registrano i tassi più alti. Capiremo presto perché.


Il “Paradosso di Genere”

Il “paradosso di genere” si riferisce al fatto che gli uomini completano più suicidi, mentre le donne tentano più frequentemente il gesto. Questa disparità non dipende solo dai metodi scelti – spesso più letali negli uomini – ma anche da fattori di rischio che incidono.

  1. Fattori Psicologici:

    1. Il Mito dell’Uomo Forte :Gli stereotipi culturali che dipingono gli uomini come forti e autonomi li scoraggiano dal cercare un aiuto psicologico.Secondo uno studio del 2020, gli uomini sono meno inclini a confidarsi o a ricorrere a un terapeuta, percependo ciò come una violazione del proprio ruolo sociale. Questo comportamento spesso porta a depressione non diagnosticata e accumulo di stress.

    2. L’Isolamento degli Uomini nella Mezza Età: Un’indagine in Australia ha rilevato che gli uomini di mezza età che vivono da soli hanno una probabilità triplicata di suicidarsi rispetto ai coetanei sposati o conviventi. La mancanza di reti di supporto, che quindi non si riferisce solo al partner ma anche alle amicizie e agli altri parenti, e il senso di fallimento personale aumentano il rischio.

  2. Fattori Economici e Sociali:

    1. Il Prezzo del Successo: La pressione economica, aggravata da crisi globali, colpisce in modo sproporzionato gli uomini. Durante la recessione del 2008, si è registrato un aumento del 20% nei suicidi maschili nei Paesi europei. Gli uomini disoccupati o in difficoltà finanziaria spesso percepiscono questa situazione come una perdita d’identità.

    2. Lavoro e Suicidio: Anche il lavoro però rasenta le sue insidie. Un esempio significativo in questo senso viene dal Giappone, dove il fenomeno del “karōshi” (morte per eccesso di lavoro) riflette l’impatto della pressione lavorativa. La perdita del lavoro o il fallimento economico sono tra i motivi più citati nelle lettere di addio.


Differenze nei Metodi

Gli uomini non solo si suicidano più spesso delle donne, ma utilizzano anche metodi molto più violenti e letali. Gli studi mostrano che i maschi prediligono impiccagione, armi da fuoco o avvelenamento con sostanze tossiche, metodi che offrono poche possibilità di intervento esterno. Ma perché questa scelta?

  1. Il Simbolismo del Metodo: Il suicidio maschile è spesso accompagnato da un’intensità di intento che riflette la percezione di "irreparabilità" della propria situazione. L’impiccagione, per esempio, è un metodo che lascia poco spazio all’errore: rapido, definitivo e isolato. Allo stesso modo, l’uso delle armi da fuoco implica un accesso diretto e una risolutezza impassibile. Questi metodi incarnano, paradossalmente, una ricerca di controllo in un momento di totale disperazione.

  2. La Letalità Come Espressione di Dolore Inespresso: Gli uomini tendono a interiorizzare il proprio disagio, trasformandolo in un peso intollerabile. Quando decidono di agire, scelgono metodi che garantiscono l’assenza di ripensamenti o possibilità di salvataggio. Ciò contrasta con i tentativi femminili, che spesso rappresentano richieste d’aiuto piuttosto che una ferma volontà di porre fine alla propria vita.

  3. Cultura e società: In paesi come gli Stati Uniti, l’accesso diffuso alle armi da fuoco è un fattore chiave dietro i tassi elevati di suicidio maschile. In Giappone, invece, il fenomeno del “seppuku”, storicamente associato al concetto di onore, persiste come eco culturale in certi comportamenti moderni, dove la scelta del metodo è influenzata dal simbolismo, come scritto sopra.

  4. Ridurre l’Accesso ai Mezzi Letali: Una delle strategie più efficaci nella prevenzione del suicidio è limitare l’accesso ai metodi letali. Per esempio, restrizioni sull’acquisto di armi da fuoco e la messa in sicurezza di sostanze tossiche in ambito domestico hanno dimostrato di ridurre significativamente i suicidi. In Australia, la messa al bando delle armi automatiche ha portato a una drastica diminuzione dei suicidi da arma da fuoco.


Qualche Spunto

  1. Superamento degli Stereotipi: Promuovere una cultura che normalizzi la vulnerabilità emotiva maschile è fondamentale. Campagne di sensibilizzazione che mostrano uomini famosi parlare apertamente di salute mentale possono aiutare a ridurre lo stigma. In Australia, il movimento “Heads Up” ha creato risorse per incoraggiare gli uomini a parlare di salute mentale sul luogo di lavoro. I risultati mostrano un aumento del 25% nelle richieste di aiuto da parte di uomini.

  2. Reti di Supporto Sociale: La solitudine è un fattore chiave nel suicidio maschile. Creare spazi di supporto, come gruppi di ascolto, può fare la differenza. Ad esempio, negli Stati Uniti, il programma “Man Therapy” utilizza umorismo e risorse online per coinvolgere uomini che altrimenti non cercherebbero aiuto.

  3. Accesso Facilitato alla Terapia: Molti uomini evitano la terapia per paura dello stigma o dei costi. Offrire sedute gratuite o programmi anonimi potrebbe migliorare l’accesso. In Svezia, un programma pilota che forniva terapie gratuite ha visto una riduzione del 30% nei suicidi maschili in tre anni.

  4. Interventi Mirati: Progetti specifici, come centri di riqualificazione lavorativa per disoccupati o supporto legale per uomini divorziati, affrontano i problemi alla radice. Questi interventi non solo riducono il rischio di suicidio, ma migliorano anche la qualità della vita.

  5. Coinvolgimento della Comunità: La comunità ha un ruolo cruciale nella prevenzione.


Il Ruolo della Politica

Affrontare il suicidio maschile non può limitarsi a interventi di breve termine: richiede una strategia integrata che combini politica, ricerca e azione sul territorio. È necessario un approccio globale e incentrato sull’interezza del paziente, in grado di affrontare le radici del problema e creare soluzioni sostenibili.

  1. Istituire Centri di Salute Mentale accessibili e gratuiti: Molti uomini evitano di cercare aiuto a causa dello stigma o dei costi. I governi dovrebbero investire in cliniche di salute mentale gratuite e anonime, con personale qualificato e specializzato nella gestione del disagio maschile. In Norvegia, ad esempio, programmi simili hanno ridotto i tassi di suicidio di oltre il 15% in meno di cinque anni.

  2. Politiche educative per cambiare la narrazione maschile: Le scuole e i luoghi di lavoro possono diventare spazi fondamentali per la prevenzione. Corsi di educazione emotiva e campagne di sensibilizzazione possono sfidare gli stereotipi di mascolinità tossica e insegnare agli uomini che chiedere aiuto non è un segno di debolezza, ma di forza.

  3. Incentivare la Ricerca su Misura: Mancano studi specifici sulle cause e i meccanismi del suicidio maschile. Investire in ricerche longitudinali e multidisciplinari potrebbe portare a scoperte fondamentali, permettendo di sviluppare interventi più mirati. Per esempio, una maggiore comprensione dei biomarcatori associati al rischio suicidario potrebbe rivoluzionare la diagnosi precoce.

  4. Creare Sistemi di Allerta Precoce: L’intelligenza artificiale può essere utilizzata per analizzare dati comportamentali e individuare segnali di rischio. Sistemi sperimentali in Canada stanno testando algoritmi che monitorano attività sui social media per identificare utenti a rischio e intervenire tempestivamente.

  5. Politiche di Welfare Inclusive: uomini disoccupati, divorziati o senzatetto sono particolarmente vulnerabili. Politiche di welfare che offrono supporto economico e accesso a consulenze psicologiche possono fornire una rete di sicurezza essenziale.

  6. Voucher di Salute Mentale: Un’idea innovativa potrebbe essere l’introduzione di voucher che consentano agli uomini a basso reddito di accedere gratuitamente a terapie psicologiche e servizi di supporto. Questo approccio, adottato con successo in Germania, ha dimostrato di aumentare il numero di persone che cercano aiuto.


Conclusione

Ci tenevo molto ad affrontare un argomento così delicato, in modo tale da fornire una panoramica esaustiva su cosa voglia dire occuparsi di un paziente. Noi non siamo le nostre malattia ma il risultato di tutto quello che ci accade nella vita, nella società, nella giornata. Il suicidio maschile non è un fenomeno ineluttabile, ma il risultato di pressioni sociali, stigma culturali e barriere sistemiche. Cambiare questa narrativa richiede coraggio e impegno collettivo: dalle politiche pubbliche ai gesti individuali di ascolto e comprensione.

L’importante, come sempre, è affidarsi alle persone giuste e ascoltare noi stessi, per vivere nel migliore dei modi possibili.



Il tema è di fondamentale importanza. Qualsiasi pensiero suicidario può essere affrontato chiamano il 02 2327 2327, numero di Telefono amico.

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